martedì 30 luglio 2013

La telefonata

2 anni e 9 mesi


I nostri figli non devono guadagnarsi
la nostra approvazione.
Siamo noi a doverli amare «senza buoni motivi».
Alfie Kohn
 
 
 
Il pomeriggio successivo al nostro fallimentare incontro di psicomotricità, è arrivata la telefonata della psicomotricista per commentare - tra soli adulti - gli avvenimenti della lezione.
 
 
Il cowboy con il velo da sposa, Usa 1961


 
Driinnnnn!!
 
- Pronto.
- Sono G. la psicomotricista. Puoi parlare, sei sola? E' molto importante che tu sia sola.
- Sono sola, è un ottimo momento, sono uscita a fare due passi. (avrei dovuto accendere il registratore, intanto Cico sonnecchiava nel passeggino)
- Allora, cosa dici?
 
La domanda già mi indispone. Sei tu che mi hai chiamato. Scelgo la mia strada preferita: il Coniglio Bianco di Alice, cioè la finta tonta.
 
- Di che cosa?
- Come di che cosa?!? Di oggi.
- Ah, giusto. Ti dico solo che il Cico che hai visto oggi non è il Cico che vedo io H24 (per dirla con Crozza).
- (stupore) Ah, perché non fa così sempre?
- Certo che no e comunque mai quando siamo noi due soli.
- Sembra un bambino molto arrabbiato. Ho notato che era veramente disperato. Mio Dio, che acume! Ma secondo te, perché fa così?
 
Doppia indisposizione. E' un interrogatorio a me o sei tu che mi devi dare il tuo parere di "esperta"? Ma ormai conosco la strategia: la persona cerca di prendere tempo prima di dire cose sgradevoli.
 
- Ha avuto una nascita difficoltosa, molto in ritardo. Il bambino ricorda la sua nascita, era sveglio nel canale del parto ed è leggermente claustrofobico. In più, in seguito a un esame del sangue che non doveva essere fatto, ha anche sofferto di spasmi affettivi severi. (cerco di far la spiritosa) La prossima volta organizzo un bel cesareo!
- Per favore, per favore! (scatta) Voi genitori dovete metter da parte la psicologia! A questa età la deve smettere di fare tutti questi capricci.
 
Okkeyyy! Anche questa volta devo armarmi fino ai denti!
 
- (calma, ma secca) Nel suo caso la psicologia è tutto. Ad ogni modo, Cico non sta negli spazi chiusi e, prima di concentrare l'attenzione su una nuova attività, vuole girare a piedi per rendersi conto dello spazio circostante: capire dove sono le porte, le finestre, le vie di fuga insomma.
- E ogni volta voi lo accontentate?
- Certo.
- Beh, se gli aveste dato una bella sculacciata al momento giusto, ora non saremmo in questo guaio. Ormai, però, è tardi.
- (torno a fare Bianconiglio) Sì, è molto tardi: tra poco devo rientrare che c'è mia mamma che tiene il bambino, ma ha un impegno tra poco.
- (disorientata: questa è una scema totale, tale madre, tale figlio) Gli ho anche offerto il flauto per cercare di modulare la voce, ma è refrattario a qualsiasi tentativo di mediazione. Ha una voce fortissima, non l'avevo mai sentita in un bambino così piccolo. E' proprio un bambino senza regole!!
 
Ah, aha!!! Qui ti volevo, pollastrella!! Ecco dove volevi arrivare: alle famose regole! Altro che psicomotricità!!
 
- La voce così forte è stato il suo slancio vitale, il mezzo per sopravvivere in un mondo che l'ha accolto molto male. Infatti, fisicamente, ha una fibra eccezionale. Pensa che la prima febbre di tutta la sua vita ce l'ha avuta a giugno!
- Ma Cico sta sempre con te?
- Cosa vuol dire?
- Cico ha frequentato il nido? (rieccola!)
- No.
- L'ennesima mamma che non lascia andare il suo bambino per la sua strada.
- Si vede che siamo in molte.
 
Silenzio.
 
- Ehm, dunque, volevo spiegarti come saranno le lezioni. Io in prima battuta, ho un atteggiamento di grande accoglienza. (wow!) Dico ai bambini: ecco, prendiamo questo fazzolettino, ci mettiamo tutte le lacrime e poi lo mettiamo in tasca... Conserviamo le lacrime per dopo.
- Bene (Se questa è la prima battuta e non fa ridere, chissà com'è la seconda).
- Poi le mamme escono e c'è un'ora di attività.
- Bene (Cico, come minimo, apre la porta e se ne va).
- Se il bambino piange molto, vi chiamo e lo riportate a casa.
- Bene (Non mi conviene neanche prendere l'ascensore, aspetto che Cico esca direttamente sul pianerottolo).
- Ti suggerisco in questi mesi, di non dargli nessun oggetto se lui non pronuncia il nome.
- Bene (Certo, lo lascerò morire di fame, di sete e non gli cambierò neanche i vestiti).
- E poi di fare ogni tanto una bella voce grossa. Alla sua età, un bel "Basta!" deve essere sufficiente. Ho notato che tu tendi a tenere tutto dentro.
 
Chissà se lo tirassi fuori (il fucile a canne mozze)!
 
- E infine, tanta pazienza!
- Certo (e che cosa ho fatto finora? Con te, poi, ce ne vuole davvero tanta).
- E, quando è in un atteggiamento di equilibrio, farglielo notare. Dicendogli: ecco così piaci alla mamma (per qualsiasi commento, leggere la frase di Alfie Kohn all'inizio del post). Siamo intese?
- Grazie G! Grazie per i tuoi preziosi consigli e per ieri. A proposito, che cosa ti devo?
- Dunque, la lezione all'ora costa 70 euro.
- Bene (ma va a c*****!!! Con 70 euro vado a farmi manicure, pedicure, ceretta e massaggio!)
- Buone vacanze e mi raccomando la severità!
- Grazie, anche a te. A presto!!
 
Clic.
 
Non mi vede neanche dipinta a settembre. E Cico in queste mani lorde di sangue non glielo lascio neanche 30 secondi!
Ma soprattutto...
 
 
.... lei non vedrà mai i suoi 70 euro!!
 

domenica 14 luglio 2013

Psicomotricità non fa (sempre) rima con libertà

2 anni e quasi 9 mesi



"L’atteggiamento dello psicomotricista in pratica Psicomotoria deriva da un principio filosofico che viene applicato nelle relazioni con tutti: credere nella persona"
Bernard Acoutourier 
 

Attingendo a quel patrimonio comune di informazioni che è Wikipedia, ecco come viene definita la psicomotricità:
"La psicomotricità è una disciplina sviluppata in Francia una quarantina di anni fa da Bernard Acoutourier e André Lapierre. Con il termine "Psicomotricità" si intende un insieme di pratiche che utilizzano come principale strumento il gioco e soprattutto il gioco del movimento per accompagnare, e se necessario aiutare, l'evoluzione e lo sviluppo della personalità, intesa come unità di corpo, mente ed emozione, nelle diverse fasi della crescita e della vita".
 
Mi sembra una descrizione sintetica, ma affascinante. Il termine psicomotricità era molto comune in casa mia, dove mia madre, insegnante elementare, ne faceva ampio uso quando raccontava delle sue classi per le quali - in prima e seconda - non mancava mai di inserire il corso di psicomotricità durante l'anno; o di suggerirne l'approfondimento ai genitori in determinate situazioni che necessitavano di un aiuto.
 
La psicomotricità nella mia testa era associata a concetti del tutto positivi. Così l'idea che Cico, per il quale ogni apprendimento passa in via preferenziale attraverso il movimento, potesse beneficiare di questo approccio al posto della Scuola dell'Infanzia mi sembrava meraviglioso e adatto al suo temperamento. Sapendo anche quanto sia difficile avere un adeguato tempo per l'attività fisica nella scuola italiana anche in tenera età.
Nella pratica, si tratta di accompagnare i bambini in una sala, attrezzata in parte come una palestra, in parte come un punto di gioco, dove i bambini (in piccoli gruppi, di solito da 6 a 9, o individualmente) svolgono:
- giochi di movimento con scivoli, materassi, tunnel, spalliere.
- giochi di ruolo nella parte centrale dell'incontro con la casa, la cucina, il castello.
- infine attività di disegno, vocalizzazione e manipolazione.
 
Alcuni attrezzi sono specifici della psicomotricità; si tratta cioè di alcune Forme: il cerchio, la corda, il cubo, la palla (= la sfera), il bastone e la forma informe. Questi oggetti permettono ai bambini di essere usati e quindi interpretati in modo libero. Sarà infatti lo sguardo attento della neuropsicomotricista a osservare le attività di ogni bambino con ciascuna forma e a proporre poi altre varianti di gioco in risposta a quanto il bambino stesso fa.


 
Il beneficio è notevole per tutti i bambini e in particolare per chi ha o ha incontrato difficoltà di tipo psicomotorio, appunto, oltre ad avere un ruolo preventivo in vista dell'età scolare come, per esempio, nel caso di futuri disturbi dell'apprendimento, come la dislessia.
 
Per chi volesse saperne di più consiglio di leggere l'approfondito post di Cuore di Mamma dal titolo Cos'è la psicomotricità?.
 
Tutto ciò è molto bello, ma... come è gestito? Il primo dubbio l'ha avuto il Papà di Cico che, in visita alla piccola palestra, mi ha detto:
"Ma sei sicura che Cico sia interessato ai giochi di ruolo?".
 
In effetti, debbo confessare che a Cico non importa quasi nulla dei giochi di ruolo. Ma speravo che, nel momento in cui avesse voglia di dedicarsi anima e corpo (come fa lui) alle scivolate o al tunnel, potesse avere il tempo per farlo. Provare, riprovare, fare, tornare indietro, rifare meglio.
 
Non è così. I momenti per un'attività o per l'altra sono divisi in modo univoco e quindi non c'è spazio per i ripensamenti. Terminato il tempo per il gioco di movimento, tutti si dedicano al gioco di ruolo. E terminata questa fase, tutti vanno all'area di espressione artistica.
 
Ohimè! Non lo vedo possibile: Cico non ce la fa, ancora. Per lui le attività sono fluide, fatte di idee improvvise e di osservazioni, di tentativi mescolati e di travasi di oggetti da un luogo all'altro; di slanci seguiti magari da lunghi gironzolamenti nello spazio fisico.
 
Per togliermi definitivamente il dubbio, ho fatto con lui quella che si chiama "osservazione psicomotoria". Si tratta di un primo incontro, con la mamma presente, dove il psicomotricista osserva il bambino in attività e instaura un rapporto di conoscenza.
 
Vi assicuro che è stata l'ora più sgradevole di tutta la mia vita di mamma. Cico, quando ha visto chiudersi la porta alle spalle, ha cominciato a tirarmi verso l'uscita, bloccato in una specie di ansia di fuga. La psicomotricista - si vedeva lontano un miglio - seppur di bella presenza, era rigida e con una voce spiacevole, che non gli piaceva affatto.
 
Quando ha capito che da lì non poteva uscire, ha cominciato a gridare e poi a urlare come un pazzo. Era bordeaux, con le guance gonfie e il sudore che gli imperlava la fronte. Lei gli offre un flauto dolce (quello di plastica delle medie, ricordate?) per "modulare la voce". Il mio scetticismo davanti a questo gesto è totale: chi di voi darebbe un oggetto della sfera intellettuale così complesso come uno strumento musicale a una persona - lasciamo perdere l'età - che si sta disperando? Capirei un fazzoletto. Capirei un bicchiere d'acqua. Capirei perfino un oggetto divertente. Sarò forse banale e non creativa nelle mie associazioni di idee, ma cercherei di dare un conforto.
 
Ma un flauto? E poi a un bambino così piccolo, che magari non ha neanche mai visto uno strumento? Ma il bello, cari lettori, che Cico il flauto lo conosce benissimo. Perché io ho conservato il mio piffero delle medie (che però è di legno) e ogni tanto lo tiro fuori dal cassetto per suonare qualcosa. Avevo perfino insegnato a Cico a soffiarci dentro, con risultati modesti, ma qualcosa avevo fatto.
 
E quindi - molto logicamente, mi pare - ha preso il flauto e l'ha lanciato. Oddio! Orrore! Lanciare gli oggetti è vietatissimo in psicomotricità: è lo spregio totale, il non-rispetto personificato. Mettiamo anche di essere d'accordo: ma voi che cosa avreste fatto se, di fronte alle vostre lacrime per essere stati arrestati dalla polizia russa, le guardie vi avessero portato un pianoforte da suonare?
 
E' da una settimana che mi do della stupida per aver resistito tutto quel tempo. Dovevo prendere Cico in braccio e andarmene, come un prode salvatore dei diritti umani calpestati. Pazienza! Siamo stati allontanati come mercanti al tempio e Cico mi ha tenuto il muso per tutto il giorno.
 
 
 

domenica 7 luglio 2013

Carpe diem

2 anni e 8 mesi
 
"Chi sarà vostro figlio? Sarà quello che vorrà". 
Marcello Bernardi


 
Cico ha detto no ai Granchietti e alle Giovani Marmotte. Ha deciso che una dura dimostrazione di forza di carattere e strenua volontà sarebbero servite allo scopo: farsi ascoltare da me. E così è stato.
A prima vista sembrerebbe che Cico non abbia le idee chiare sul suo futuro, anche perché - molto saggiamente peraltro - preferisce vivere l'attimo. Dovrei imparare da lui.
Le cose che non sa fare, non le fa.
Le cose che sa fare, le fa.
Semplice, no?!?

Cico fa:
- molti sorrisi
- festa ai cani
- carezze ai neonati
- lunghi percorsi a piedi che impara a memoria
- la doccia completa sabato e domenica
- l'aiuto cuoco, mettendo le olive sulla pizza o lavando le verdure
- l'aiuto giardiniere con il suo piccolo innaffiatoio blu
- alcuni lavori domestici, come scaricare la lavastoviglie
- partire il DVD
- saluti alla nonna per telefono
- tiri della palla sempre più arditi
- piccoli esperimenti con le posate
- sentire i suoi strilli appena sveglio
- ostruzionismo al momento di vestirsi
- fughe in ascensore e sulle scale
- capire esattamente quando e dove vuole andare e soprattutto quale oggetto o cibo desidera!

Cico non fa:
- sorrisi appena sveglio
- giochi con giocattoli
- disegni e canti
- salti, saltelli e corse
- attività su richiesta
- sgarbi agli altri bambini
- lunghe dormite
- nessuna conversazione
- volentieri viaggi in automobile

Cico non sta:
- in casa se qualcuno entra o esce
- seduto al tavolino sulla seggiolina
- in una stanza con le porte chiuse
- in un giardino con i cancelli chiusi
- in una casa sconosciuta
- con persone rigide

Cico sta:
- con estranei in ascensore
- affacciato al balcone
- in un ampio parco o prato
- ore e ore sulle scale
- ai margini di uno spazio definito
- volentieri in famiglia


Si trattava di capire che cosa avrebbe potuto giovargli per l'Anno Educativo (così si chiama l'anno scolastico all'asilo) 2013-14. La mia intuizione è stata che occorreva trovare un altro sistema, un altro modo di scoprire il mondo.
Avrebbe potuto trovarsi a suo agio con un metodo pedagogico di ampio respiro, come la pedagogia steineriana o montessoriana.
Il problema, come credo sappiate, è che questi rivoluzionari e bellissimi approcci alla vita sono praticati in alcune Scuole dell'Infanzia che sono o molto costose o molto lontane da casa.
In questa congiuntura economica non proprio solida necessitavo di una soluzione maggiormente alla portata delle nostre tasche e raggiungibile senza automobile.
 
Mi viene in aiuto un'amica che mi racconta la meravigliosa esperienza di sua figlia presso una piccola palestra di psicomotricità, a pochi passi da casa nostra. Prezzi modici, possibilità di inserimento graduale, attività al mattino in alternativa all'asilo. Eccellente!

E così pensavo, ringraziando per il fortunato passaparola tra mamme, di aver fatto centro. Ma l'avevo fatto davvero?
 

martedì 2 luglio 2013

Il grande ritorno di Cico

2 anni e 1/2
 
"I pediatri, gli psicologi, gli insegnanti e molti genitori fanno fatica ad accettare il fatto che un bambino di 2 anni e mezzo è un bambino piccolo".
Una mamma


Cico ed io siamo tornati. Con il nostro autosvezzamento? Forse... e con qualcosa di più.
 
La naturale conseguenza di questo modo di approcciarlo all'alimentazione solida che, come spesso ho scritto, è il puro buon senso, dicevo la naturale conseguenza di questo è che mi sono interrogata a lungo sul nostro modo di entrare in società.
Già il fatto che si parli di "entrare in società" mi pare inadeguato. Quando sei nato non puoi più nasconderti recitava il titolo di un famoso film di Marco Tullio Giordana. Grande verità. Siamo già in società, solo per il fatto che... siamo al mondo!
 
Cico dovrebbe andare alla Scuola dell'Infanzia a settembre. Avete mai visitato una Scuola dell'Infanzia del 2013? L'ultima volta che ne ho vista una in azione era il 1990. 23 anni fa. Vi posso assicurare che la fantascienza è realtà, ma, purtroppo, al contrario. Una specie di The Day After Tomorrow con bambini stipati in ogni angolo respirabile e inflessibili Signorine Rottermaier ingioiellate che li preparano al ginnasio fin dai 3 anni (non) compiuti.
 
Ecco un esempio valido di che cosa sia una serie logica di nomi da attribuire alla progressione per età:

 
Granchietti - Pesciolini - Delfini
ovvero da invertebrato con esoscheletro a mammifero.
 
Bruchi - Crisalidi - Farfalle
ovvero da verme schifoso (spiegalo a un'orgogliosa bambina di tre anni che lei, ahimé, è uno strisciante piccolo insetto) a meraviglia della scolarità.
 
Scoiattoli - Coniglietti - Capitani
probabilmente altri animali non venivano in mente.
 
Panda - Farfalle - Coccinelle
Qui l'involuzione è data per certa. Almeno lo ammettono.
 
Giardinieri - Esploratori - Primina
Aristotele è risorto!
Ecco, vorrei capire una cosa: ma l'ultimo anno di asilo è scolare o prescolare? Padroneggieranno meglio i pastelli a cera o le tempere? Nascondino o morra cinese? Scriverà il suo nome per primo il piccolo Ivo o il vivace Massimiliano Maria?

Se ben mi conoscete a tutto questo ho detto no. Non per non dire a Cico: "Su, corri dai tuoi piccoli amici Bruchi a sollazzarti per benino". Ma per ben più validi motivi che cercherò di raccontarvi nelle prossime pagine!








 

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