mercoledì 30 settembre 2015

Bravo, bravissimo ovvero La sospensione del giudizio

4 anni, 11 mesi e mezzo


Uno dei pilastri dell'approccio Montessori è la sospensione del giudizio. I bambini per crescere con un buon livello di autostima non dovrebbero:

- essere puniti o rimproverati moralmente per i loro errori
- essere corretti verbalmente quando sbagliano, anche quando compiono in modo errato le sequenze di un'azione

Ma i bambini non dovrebbero neanche:

- essere lodati per i loro successi
- essere premiati con voti, stellette, regali o dolci per le loro conquiste

Questo suscita sempre una grande tensione negli adulti e anche, a mio avviso, una grande confusione.

Mi piacerebbe affrontare la questione dal punto di vista di chi sostiene che Bravo, tesoro mio, sei bravissimo! vadano banditi dal proprio vocabolario, per preferire una neutra approvazione.

Per come modestamente ho cercato di capire e studiare finora, dire Che bravo! o Questo è un vero disastro! non cambia di una virgola l'autostima del bambino. Il punto cruciale che Maria Montessori vuole farci comprendere - ma anche un autorevole psicologo come Alfie Kohn in Amarli senza se e senza ma, Il leone verde 17 € -  è che l'infanzia deve essere una strada progressiva di successi e di conquiste provenienti dall'interno e non dal giudizio degli altri.

Il bambino, il giovane, l'adulto trovano arricchente comprendere, realizzare, sperimentare a partire da se stessi, dalle loro inclinazioni e dai loro tempi personali. Qui sta il punto: il tempo giusto per mettersi alla prova, il tempo giusto per fare un'esperienza vengono solo da noi. Nessuno può scandire il nostro tempo. Nessuno meglio di chi "non ha tempo" sa quanto il tempo sia un bene inafferrabile e prezioso.

La prima indicazione è quindi rispettare i tempi dei bambini. Certo, a parole lo sappiamo tutti che i tempi sono individuali, ma è quando ci troviamo davanti qualcuno che ha tempi di apprendimento e di crescita molto diversi che rimaniamo spiazzati. Qui scatta inevitabile la nostra frustrazione o, viceversa, il nostro entusiasmo.


E' allora che le nostre parole devono cominciare a cambiare: non possiamo certo dire Che brutto! o Che banale! al disegno tutto linee e monocromatico di un bambino di 4 anni che fa il suo primo tentativo con pennarelli e fogli. Ci aspettavamo che disegnasse a 2 anni? Dobbiamo farcene una ragione! Disegna a 4 anni. Punto. Sospensione del giudizio.

Potremmo anche essere tentati dal lanciarci in grida estatiche di gioia Bravo! Bravissimo! davanti a un disegno che aspettavamo da molto tempo. Diciamolo, se ci sentiamo gioiosi! Inibire la gioia è controproducente. Ma siamo sicuri che, dal profondo del cuore, le parole che diremmo sarebbero Bravo?

Il giorno della nostra laurea, del nostro matrimonio, della nascita dei nostri figli il complimento più autentico è stato Quanto sei bravo? Spero per voi di no. C'è stato un sorriso, un Davvero un ottimo lavoro! per una tesi di duecento pagine. Un abbraccio commosso, tanti fiori (e non dolci, non cibo, ma fiori, un di più, un puro omaggio alla bellezza) per il nostro matrimonio e un fiocco rosa o azzurro, gesti delicati e discreti per i nostri bambini.

Perché gli sposi sono tutti da festeggiare, come sono sempre da accogliere con gioia i bambini e tutti ottimi lavori le tesi di laurea. C'è stato calore umano intorno a noi, con gli altri felici della nostra felicità. Questa è la sospensione del giudizio ed è anche il senso del vivere il presente.


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